Ansia, depressione, malessere diffuso. Sono stati questi i risvolti pandemici nella vita professionale di parte dei lavoratori italiani. Solo nel giugno dello scorso anno, le agenzie che forniscono servizi alle imprese hanno segnalato un incremento importante di richieste di supporto psicologico da parte dei lavoratori: circa 30mila persone in più, solo nel milanese, si sono rivolte ad un servizio di assistenza.
A lanciare l’allarme sono state le maggiori piattaforme corporate di welfare aziendale. Se già prima dell’avvento del Covid la figura del lavoratore era considerata il punto di partenza per il benessere economico e sociale dell’intera azienda, oggi nessun datore di lavoro può prescindere dal prevedere, all’interno della propria struttura, un programma di welfare stimolante, affidabile e ben strutturato.
Ma cos’è, effettivamente il welfare aziendale e perché è così importante?
Cos’è e come funziona un programma di welfare aziendale
Il termine deriva dall’inglese e significa, letteralmente, “benessere aziendale”. Il welfare aziendale, così come il più stretto concetto di welfare che vede la cura del cittadino e, in generale, delle fasce più deboli della popolazione al centro del programma politico, nasce con un duplice scopo: da un lato prendere in carico il benessere psicofisico dei lavoratori, dall’altro trarre un beneficio dalla felicità e dal senso di appartenenza sviluppato da questi ultimi per attrarre più talenti.
Il welfare aziendale si può suddividere in 4 aree d’azione:
- Rapporto famiglia-lavoro: ossia l’attenzione a facilitare e supportare la conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare. Rientrano in questa categoria le iniziative come i servizi di baby-sitting o i congedi-extra pagati retribuiti;
- Salute fisica e mentale: l’azienda offre dei servizi a supporto e/o tutela della salute come l’assicurazione sanitaria aziendale dedicata o un aiuto psicologico da parte di un professionista;
- Mobilità: servizi a supporto della mobilità per raggiungere il luogo di lavoro. Questa è stata una recente introduzione che ha risposto alla paura di molte persone nel condividere mezzi pubblici affollati nel periodo pandemico e post-pandemico;
- Ristorazione e sostentamento: ovvero la mensa aziendale e, lì dove non presente, un accordo stretto con ristoranti attigue il luogo di lavoro per pranzare usufruendo di convenzioni.
I vantaggi del welfare aziendale
I programmi di welfare aziendale vanno a vantaggio tanto del lavoratore quanto dell’azienda stessa.
Per i lavoratori tali vantaggi si traducono in benefit cosiddetti “fringe” e “flexible”. Il primo caso raggruppa tutti quei benefici accessori non monetari (che, dunque, non riguardano un aumento dello stipendio), regolarmente descritti nel contratto di lavoro, come il cellulare, l’auto, il pc o i buoni pasto; i secondi, invece, sono definiti “flessibili” proprio perché si possono costruire sulle esigenze familiari del singolo. Ne fanno parte il nido aziendale, gli abbonamenti ad autobus, treni o metropolitane e i programmi di previdenza complementare.
In entrambi i casi, a trarre vantaggio dalla presenza di tali benefit è anche l’azienda che, oltre a poter scaricare i costi sostenuti per la fornitura di tali servizi, gode del benessere riflesso del collaboratore che, lavorando in un ambiente sereno e positivo, tende ad aumentare la produttività e, di rimando, la reputazione aziendale.