Stato d’emergenza, cos’è e fino a quando è prorogato

Il governo Conte ha dichiarato lo Stato d’emergenza il 31 gennaio 2020 per affrontare l’arrivo del coronavirus in Italia, poi l’ha prolungato dal 31 luglio fino al 15 ottobre 2020. Nei mesi scorsi lo Stato d’emergenza ha subito un’ulteriore proroga fino al 31 gennaio 2021.
Ma cos’è lo Stato d’emergenza e cosa comporta?

Definizione di Stato d’emergenza

Lo Stato di emergenza è una condizione giuridica che può essere attivata al verificarsi o nell’imminenza di eventi eccezionali come nel caso della pandemia da Covid-19, terremoti o alluvioni. Quando cioè si renda necessario agire con urgenza e con poteri straordinari per proteggere i cittadini e riparare eventuali danni. In questi casi è possibile anche limitare le libertà personali per motivi sanitari, come previsto dall’articolo 16 della costituzione.

In base all’articolo 24 del decreto legislativo 1/2018 lo stato di emergenza viene deliberato dal consiglio dei ministri su proposta del presidente d’intesa con le regioni interessate. La delibera fissa inoltre le prime risorse finanziarie destinate agli interventi più urgenti, la durata che non può essere superiore ai 12 mesi, prorogabile una sola volta per altri 12 e la dimensione territoriale dell’emergenza.

In queste condizioni è possibile inoltre derogare alle norme di legge (pur rispettando i principi generali dell’ordinamento) attraverso il potere di ordinanza solitamente attribuito al capo della protezione civile. Questi può dunque delineare l’elenco delle norme a cui è possibile derogare e può a sua volta nominare altri soggetti attuatori che lo supportino nella gestione dell’emergenza. Durante questa fase gli operatori possono agire con minori limitazioni riguardo ai vincoli di bilancio e trasparenza.

L’attuale situazione di stato di emergenza esteso a tutto il territorio nazionale a causa della pandemia da Covid-19 rappresenta un inedito nella storia del nostro paese. In passato infatti lo strumento è stato utilizzato esclusivamente per porzioni limitate di territorio.

Come sarà il Natale 2020 in Europa?

Se in Italia il governo sta lavorando ad un nuovo dpcm sulle misure da adottare contro il coronavirus in vista delle feste natalizie, anche negli altri Paesi europei si studiano le possibili restrizioni. Ecco quali potrebbero essere i piani previsti.

In Francia vige ancora lo Stato d’emergenza ed il lockdown è iniziato da quasi un mese. I negozi di attività non essenziali potrebbero riaprire dal primo dicembre, ma gli alberi di Natale si possono già comprare dal 20 di questo mese.
Per le festività le chiese potrebbero rimanere chiuse, ma ci potrebbe essere un lockdown più soft per le settimane tra Natale e Capodanno.
Riguardo agli spostamenti interni, tra le città, o all’estero, il governo non prenderà una decisione definitiva fino alla fine del mese di novembre.

In Spagna lo stato d’emergenza, inclusi i coprifuochi notturni, per ora non dovrebbe essere revocato. La Catalogna, però, dal 23 novembre ha iniziato un piano di riapertura.
Il ministro della salute, Salvador Illa, ha dichiarato: “Penso che tutti sappiano che questo Natale non sarà come lo scorso. Non possiamo fare finta di niente”, invitando gli spagnoli alla morigeratezza.
Intanto il governo ha proposto di limitare a sei persone le riunioni familiari e sociali durante le vacanze di Natale e un coprifuoco dall’1 alle 6 il 24 e il 31 dicembre. Lo riporta El Pais. Nella bozza del documento del ministero della Salute si legge inoltre che per gli incontri familiari si raccomanda di limitare la partecipazione ai conviventi.
Tra le ipotesi, anche quella di appoggiarsi alle farmacie locali per somministrare un numero maggiore di tamponi rapidi, ma si aspetta ancora il via libera del ministero della Salute

In Germania il “lockdown leggero” in atto si dovrebbe protrarre fino al 23 dicembre. A Natale, però, ci saranno delle limitazioni per quanto riguarda pranzi e cene familiari, così come saranno proibiti i fuochi d’artificio pubblici per evitare assembramenti. Ci saranno anche misure di contenimento più rigide, dall’obbligo di indossare le mascherine negli spazi pubblici.
Freno ai cenoni e alle feste natalizie in grande stile: nel documento che sarà discusso con il governo – anticipato dai media tedeschi – è previsto che dal primo dicembre i ritrovi privati saranno permessi solo tra cinque persone provenienti da due nuclei familiari (anche in questo caso esclusi i bambini), tetto che sarà allargato a 10 persone nel periodo natalizio.
A tutti i cittadini è stata consigliata una quarantena preventiva auto-imposta prima delle festività. I Lander rivolgono ad aziende e imprese l’appello di chiudere i battenti oppure di varare soluzioni di smart working generalizzato dal 23 dicembre al primo gennaio. Tra le ipotesi anche l’apertura delle chiese – con distanziamento sociale – e il divieto di assembramento per strada la notte di Capodanno.
Non si svolgeranno, invece, i tradizionali mercatini di Natale – i Weinachtsmärkte – che in molte parti dello Stato erano già stati annullati.

Nel Regno Unito probabilmente si dovrà aspettare il 2 dicembre, quando scadranno le restrizioni in vigore, per capire dalle parole del premier Boris Johnson quali saranno le eventuali novità.
Secondo alcune indiscrezioni, tra Natale e Capodanno potrebbero esserci alcuni alleggerimenti delle restrizioni, con pub aperti fino alle 23 e permesso di ricevere a casa più persone.
Le misure dovranno essere approvate da tutte le nazioni del Regno Unito, ma al momento sembra che Scozia e Galles non siano sulla stessa linea di Inghilterra e Irlanda del Nord.

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