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Arti marziali, quali sono e come si praticano questi sport

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Le arti marziali sono metodi di combattimento tradizionali o moderni, che sono stati concepiti per ragioni talvolta molto differenti: offesa, autodifesa, competizione sportiva, applicazioni militari, sviluppo fisico, mentale e spirituale, intrattenimento e conservazione del patrimonio culturale immateriale di una nazione.

Nonostante il termine “arti marziali” venga associato agli stili di combattimento dell’Asia Orientale, in origine si riferiva ai sistemi di combattimento europei già nel 1550 d.C. Il termine “marziale” deriva appunto dalla lingua latina e significa “arti di Marte”, il dio romano della guerra. Alcuni autori sostengono che molte di queste tecniche andrebbero più appropriatamente definite “arti di combattimento” (fighting arts) o “sistemi di combattimento” (fighting systems), dal momento che, in realtà, non sarebbero mai state utilizzate o create da guerrieri professionisti.

Quale scegliere?

L’arte marziale più adatta alle proprie caratteristiche è senza dubbio quella che meglio riflette la propria “idea” di questo tipo di lotta. D’altro canto, se dovessimo seguire questo principio, dovremmo essere in grado di provarle tutte; inutile dire che sia del tutto impossibile. Ecco perché di seguito riassumeremo brevemente in che modo si possono classificare le arti marziali; così facendo, è possibile farsi un’idea “approssimativa” della disciplina più adatta ad ogni necessità.

Tipi di classificazione delle arti marziali

Le arti marziali possono essere classificate utilizzando una varietà di criteri, tra cui:

  • Arti tradizionali / storiche e stili contemporanei: ad esempio, il folk wrestling rispetto alle moderne arti marziali miste (ibride)
  • Ambito tecnico: ad esempio con armi rispetto a quelle disarmate, e all’interno di quest’ultima categoria, suddividere per tipo di arma (con la spada, con il bastone ecc). Oppure per tipo di combattimento, ad esempio hand-to-hand (corpo a corpo tra due avversari) e striking (conto sacchi, paracolpi ecc), combattimento in piedi e combattimento a terra ecc
  • Per applicazione o intento: autodifesa, sport da combattimento, coreografia o dimostrazione di forme, idoneità fisica, meditazione ecc
  • Nella tradizione cinese (classificazione di Huang Zongxi del 1669): stili “esterni” (movimenti rapidi ed esplosivi con maggior focus sulla forza fisica e l’agilità) contro “interni” (neijia: consapevolezza dello spirito, della mente, del qi – respiro o flusso di energia) e uso di leve rilassate piuttosto che elevata tensione muscolare o “forza bruta”).

Classificazione delle arti marziali sul focus tecnico

La classificazione più esplicativa di queste discipline è sul focus tecnico. In questo caso possiamo distinguere arti marziali:

  • Senza armi o disarmate – Le arti marziali disarmate possono essere ampiamente raggruppate in quelle che si concentrano su strikes o colpi contro oggetti, su grappling o lotta, su entrambi – spesso descritte come arti marziali miste o ibride.
  • Strikes o striking – In queste tipologie di arti marziali si opta per un attacco fisico diretto di una parte del corpo umano o con un oggetto (ad esempio un’arma) destinato a causare un trauma contundente o un trauma penetrante su un avversario. Ne esistono molte diverse varietà. Un colpo con la mano chiusa a pugno è definito pugno, un colpo con la gamba o il piede è indicato come calcio e un colpo con la testa è chiamato un colpo di testa o testata. Ci sono anche altre varianti impiegate nelle arti marziali e negli sport da combattimento. “Buffet” o “beat” sono termini che si riferiscono a colpi ripetuti e violenti contro un avversario, meglio noti come combinazione o combo
  • Discipline che usano solo o in maniera significativa i pugni: Boxe o pugilato, Wing Chun, Karate
  • Discipline che usano solo o in maniera prevalente i calci: Taekwondo, Capoeira, Savate
  • Altre: Muay Thai, Kung Fu, Pencak Silat
  • Grappling – Si tratta di un tipo di combattimento corpo a corpo che si basa sull’afferrare l’avversario, come nel wrestling. Viene usato a distanza ravvicinata per ottenere un vantaggio fisico come il miglioramento della posizione o per causare lesioni all’avversario. Comprende un insieme di tecniche utilizzate in molte discipline, stili e arti marziali praticate sia come sport da combattimento che per autodifesa. Non include, di solito, strikes o l’uso di armi. Tuttavia, alcuni stili di combattimento o arti marziali noti soprattutto per le loro tecniche di grappling insegnano tattiche che includono colpi e l’uso di armi combinate
  • Discipline di proiezione: Hapkido, Judo, Sumo, Wrestling, Aikido
  • Blocco articolare (joint lock) / strangolamento (chokeholds) / prese di sottomissione: Judo, Jujutsu, jiu-jitsu brasiliano, Sambo, Kung Fu
  • Katame-waza: Judo, Wrestling, Aikido
  • Armate – Interessano un ampio spettro di armi, tra cui a lama e da fuoco. Includono eskrima, silat, kalaripayat, kobudo e arti marziali storiche europee (HEMA), in particolare quelle del Rinascimento Tedesco. Anche molte arti marziali cinesi richiedono l’uso di armi. A volte, l’allenamento con un’arma specifica può essere considerato uno stile a sé stante, specialmente nel caso delle arti marziali giapponesi, ad esempio il kenjutsu e il kendo (spada), il bojutsu (bastone) e il kyudo (tiro con l’arco).

Arti marziali cinesi

Le arti marziali cinesi, spesso chiamate genericamente con il nome di kung fu e wushu, comprendono diverse centinaia di stili di combattimento che si sono sviluppati nel corso dei secoli in Cina. Questi vengono spesso classificati in “famiglie”, “sette” o “scuole”. Esempi tipici includono gli esercizi fisici di Shaolinquan, che imitano i movimenti dei Five Animals (tigre, gru, leopardo, serpente e dragone, anche se ne sono stati sviluppati molti altri), i metodi di allenamento ispirati alle filosofie, alle religioni e alle leggende della Cina antica.
Gli stili che si concentrano sulla manipolazione del qi sono quelli “interni” (di cui abbiamo già fatto cenno), mentre quelli che si concentrano sul miglioramento della forma muscolare e cardiovascolare sono chiamati “esterni”. Un altro metodo di classificazione popolare delle arti marziali cinesi è l’associazione geografica del “nord” e del “sud” della Cina.

Arti marziali giapponesi

Le arti marziali giapponesi si riferiscono alle discipline originarie del paese del Giappone. In riferimento ad esse, vengono usati almeno tre termini differenti.

Budō, originariamente riferito ad un vero e proprio stile di vita che comprendeva dimensioni fisiche, spirituali e morali – con un focus sull’auto-miglioramento, realizzazione o crescita personale
Bujutsu, riferito all’applicazione pratica delle tattiche e tecniche marziali nel combattimento reale
Bugei, per l’adattamento o il perfezionamento di tali tattiche e tecniche, al fine di facilitarne l’istruzione e la diffusione sistematiche.
Koryū Bujutsu
Fanno parte del Koryū Bujutsu: Sumo, Jujutsu e la Scherma (un tempo usata dai samurai e ulteriormente suddivisa in Kenjutsu, Battōjutsu e Iaijutsu), Naginatajutsu, Sōjutsu, Shinobi no jutsu (dei cosiddetti Ninja) ed altre arti marziali Koryū.

Gendai budō
Fanno parte del Gendai Budō: Judo, Kendo, Iaidō, Aikido, Kyūdō, Karate, Shorinji Kempo (trasportato dall’arte cinese del Shaolin Kung Fu).

Arti marziali coreane

Le arti marziali coreane sono pratiche e metodi militari originarie della Corea. La storia delle arti marziali coreane risale all’epoca preistorica. Gli antenati della moderna popolazione coreana emigrarono e si stabilirono nella penisola coreana già nel 28 ° secolo a.C., una regione geopolitica assediata da migliaia di noti casi documentati di invasioni straniere. Di conseguenza, il popolo coreano ha sviluppato arti marziali e strategie militari uniche al fine di difendere sé stessi e il loro territorio.

Le arti marziali tradizionali coreane si scissero gradualmente in tre gruppi o rami principali:

Sado Musul (arti marziali tribali)
Bulgyo Musul (arti marziali buddiste)
Gungjung Musul (arti marziali della corte reale).

Arti marziali occidentali

Contrariamente a quanto molti sono portati a credere, data la popolarità acquisita dalle arti marziali orientali nella seconda metà del XIX secolo, esistono moltissime arti marziali occidentali.
Di seguito elencheremo le principali, accorpate alla lotta libera popolare e al pugilato popolare:

Europa: Pygmachia (antica boxe greca), Pale (antico wrestling greco), Pankration (sport di combattimento ibrido nell’antica Grecia), Kampfringen (wrestling medievale), Scuola tedesca di scherma, Scuola di scherma francese, Scuola di scherma spagnola, Scuola inglese di spada lunga, Scuola italiana di scherma, Glima (Norvegia), Lausatök (Norvegia), Pugilato a mani nude (Inghilterra) e lotta con bastone, Savate e la Canne (Francia), Bataireacht e Coraíocht (Irlanda), Ristynės (Lituania), Jogo do Pau (Portogallo), Pugilato russo, Sambo, Systema e ARB (Russia), Scherma storica scozzese e Backhold scozzese (Scozia), Lotta Canaria, Lotta Leonese, Juego del Palo (Spagna), Lotta svizzera (Svizzera), Khridoli (Georgia), Nova Scrimia (Italia), Combat Hopak (Ucraina), Bataireacht e Coraíocht (Irlanda) ecc
Africa: Istunka (Somalia), Nguni stick fighting e Musangwe (Sud Africa), Nuba fighting (Sudan), Surma stickfighting (Etiopia), Tahtib (Egitto), Laamb Wrestling (Senegal), Evala wrestling (Togo), Dambe (Nigeria), Moraingy (Madagascar), Engolo (Angola)
Oceania: Coreeda (Aboriginal Australian Wrestling), Mau rākau (arte delle armi Maori dalla Nuova Zelanda)
Ecc.

Arti marziali miste

Le arti marziali miste o Mixed Martial Arts (MMA) sono uno sport da combattimento a pieno contatto che consente di colpire e lottare, sia in piedi che a terra, usando tecniche di vari sport di combattimento e arti marziali.
Il primo uso documentato del termine arti marziali miste fu in una recensione di UFC 1 del critico televisivo Howard Rosenberg nel 1993.

All’inizio del XX secolo, vari stili misti si svolsero dapprima in tutto il Giappone e nei paesi delle Quattro Tigri Asiatiche.
In Brasile nacque lo sport di Vale Tudo, in cui combattenti di vari stili combattevano con regole quasi inesistenti. Un altro esempio di inizio di arti marziali miste fu Masahiko Kimura contro Hélio Gracie nel 1951, combattuto tra judoka Masahiko Kimura e il fondatore brasiliano di jiu jitsu Hélio Gracie in Brasile.
In Occidente, il concetto di combinare elementi di più arti marziali fu reso popolare dal Jeet Kune Do di Bruce Lee tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. Un precursore della moderna MMA fu l’incontro tra il pugile Muhammad Ali e il lottatore Antonio Inoki nel 1976.

Nel 1980, la CV Productions Inc. creò la prima lega regolamentata di MMA negli Stati Uniti, chiamata Tough Guy Contest, che in seguito fu ribattezzata Battle of the Superfighters. Nel 1993, la famiglia Gracie portò il Jiu-Jitsu brasiliano, sviluppato negli anni ’20, negli Stati Uniti fondando la società di promozione MMA Ultimate Fighting Championship (UFC).

Inizialmente promosso come una competizione per valutare le arti marziali più efficaci nei veri combattimenti disarmati, l’MMA si evolse, e i combattenti iniziarono a incorporare più arti marziali. A seguito di questi cambiamenti, lo sport ha visto una crescente popolarità grazie ad un’attività pay-per-view che compete con la boxe e il wrestling professionale.