Il gaming è diventato ormai una realtà ben consolidata nel settore dell’intrattenimento. Se non esistessero i videogiochi, il fatturato dell’industria del gioco sarebbe indubbiamente molto meno imponente di quello che si registra oggi. Il fenomeno è partito da lontano: già nel dopoguerra si sperimentavano i primi esemplari di giochi virtuali, ma è stato soprattutto negli anni ’80 che è iniziata la rivalità tra le software house, che hanno iniziato a sfidarsi a colpi di titoli e console.
Nel terzo millennio il multiplayer via Internet si è rivelata la funzione principale dei giochi, un’opzione che fino a poco tempo prima sembrava quasi visionaria. Non è sempre stato tutto rose e fiori, però: alcune software house celebri non sono riuscite ad evitare il fallimento e hanno lasciato un vuoto nel cuore dei gamer. Anche per questo motivo le software house che hanno fatto la storia del videogame non sono tantissime, ma sono tali da dominare tranquillamente il mercato e da poter contare su una notevole longevità.
Chi non conosce la Nintendo? La “grande N” si occupava semplicemente di giocattoli prima di avventurarsi nel mondo videoludico e considerando che i videogame sembravano oggetto di nicchia 40 anni fa si pensò di sponsorizzare le prime console spacciandole proprio per giocattoli piuttosto che per macchine per il gaming. Nacque così il Famicom, noto in America e in Europa come Nintendo Entertainment System. La Nintendo ha dato dunque vita a diverse serie che durano ancora oggi, come quelle di Super Mario e Donkey Kong, con relativi spinoff: si pensi ad esempio a Mario Kart, la simulazione automobilistica che continua a sfornare capitoli anche in questi anni. Con l’avvento dell’online, anche i titoli classici possono godere di nuova linfa e rivalutare il concetto di competitività.
Anche l’Electronic Arts è sulla scena da molto tempo e si è garantita una serialità importante con i titoli sportivi, in primis quelli dedicati al calcio e al basket. Un po’ come la Konami, anche se l’azienda californiana è molto più in alto nelle classifiche sulle software house. Activision, conosciuto per essere stato il primo editore videoludico di sempre, è nota invece per “Call of Duty”, il più classico degli sparatutto, ma in passato ha vissuto un’epoca d’oro soprattutto grazie al personaggio di Crash Bandicoot. Insomma, senza il boom degli anni ’90, i titoli a disposizione oggi sarebbero molto più limitati, dato che molti si presentano come continuazioni delle vecchie serie o si ispirano palesemente ad esse.
Anche nel campo del gambling le software house sono al centro di una concorrenza importante. Novomatic, NetEnt, Play’n Go: i gruppi che tengono in piedi il mercato sono numerosissimi, ma in questo caso il movimento si deve soprattutto alle slot machine, che da anni godono anche di controparti virtuali. In questo caso approcciare al gioco richiede conoscenze diverse: ad esempio, gli utenti più navigati si informano sulle possibili combinazioni di simboli e sull’indice rtp delle slot prima di testare una macchinetta nuova. Per certi versi, oggi anche le slot sono paragonabili ai videogame, in quanto la maggior parte di esse viene proposta sulla rete. Come per i videogiochi, le software house mandano avanti i titoli più gettonati sviluppandone delle sorte di sequel. Un circolo vizioso che non si esaurisce mai.