L’esplosione della pandemia ha cambiato notevolmente il quadro finanziario mondiale, mandando letteralmente in soffitta le previsioni degli esperti, che ad inizio anno, complice la scadenza elettorale novembrina negli States, avevano previsto dei mercati abbastanza piatti, con volatilità moderata e rendimenti contenuti dopo un 2019 che aveva regalato gioie immense ai risparmiatori.
Lo scorso anno, dopo l’ultimo trimestre del 2018 particolarmente negativo, la maggior parte degli asset fornirono dei rendimenti decisamente importanti: le borse mondiali, ad esempio, fecero registrare un’impennata di oltre il 20%, recuperando lo storno dell’anno precedente, causato dalla guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, e andando oltre ogni più rosea aspettativa.
Rimbalzo corposo dai minimi: realtà o illusione?
L’avvento del Covid, purtroppo, ha scompaginato le carte: l’emergenza sanitaria si è riflettuta immediatamente sull’andamento dei mercati finanziari, che hanno fatto registrare dei pesantissimi ribassi. Non era difficile immaginare, infatti, che il lockdown avrebbe avuto dei riflessi negativi sull’economia reale e sulla capacità di spesa dei singoli risparmiatori, a causa di un mercato del lavoro particolarmente ostico.
Se la discesa, una volta manifestatosi prepotentemente il virus, era abbastanza semplice da pronosticare, non era altrettanto facile immaginare che i mercati potessero recuperare buona parte del terreno perduto in breve termine. Dai minimi del mese di marzo, infatti, i mercati hanno rimbalzato, mediamente, del 25%, dato che, almeno al momento, alcuni tendono a considerare troppo ottimistico.
A supporto di questa tesi, ci sarebbero alcuni elementi. In primis, viene fornito il paragone con la grave crisi del 2008, originatasi a causa dello scoppio della bolla dei mutui subprime: in quel caso, nei tre mesi successivi allo scoppio della bolla, il rimbalzo fu – mediamente – tra il 7/10%, ovvero un terzo di quanto avvenuto oggi. Ogni crisi, però, fa storia a sé. E l’origine della crisi del 2008 fu totalmente differente rispetto a quella attuale.
Un altro elemento allarmante, secondo i sostenitori della tesi precedentemente scritta, sarebbe rappresentato dai dati macroeconomici. Gli ultimi ufficiali, infatti, risalgono alla fine di marzo, quando la morsa del covid aveva inciso solo per qualche settimana: i dati negativi di quel momento, quindi, non tenevano conto delle dure settimane di lockdown dei mesi di aprile e maggio. I mercati, di conseguenza, potrebbero virare in area negativa quest’estate, quando i dati economici saranno maggiormente compatibili con i danni causati dal covid.
Volatilità: ottima opportunità per il trading online di breve termine
Altri esperti, invece, sostengono che i mercati, nel mese di marzo, abbiano già scontato i danni causati dalla pandemia: se, come tutti si augurano, non ci fosse una seconda ondata del virus, i mercati proseguiranno, seppur in contesto di volatilità, la loro risalita, fornendo dei buoni rendimenti ai risparmiatori. Una previsione, quindi, più improntata all’ottimismo, che cozza con la prima esposta.
Su un aspetto, però, sembrano tutti concordi: un eventuale storno dei mercati non riporterà gli stessi ai livelli di marzo. Ed un altro elemento in comune, seppur con sfumature diverse, è la volatilità: entrambe le “fazioni”, infatti, sono concordi che sarà l’assoluta protagonista, anche se nella prima tesi dovrebbe manifestarsi in maniera decisamente più aggressiva.
In questo contesto, quindi, l’attenzione degli investitori dev’essere particolarmente elevata, cercando di sfruttare le oscillazioni dei mercati per cogliere le opportunità che i momenti di grande incertezza, come quello attuale, sono potenzialmente in grado di offrire. Fare trading online, in tal senso, è, per quanto ovvio, la soluzione ideale.
Le strategie da adottare possono essere le più differenti. Oggi, però, è estremamente consigliabile attuare una a breve termine, stabilendo, originariamente, degli stop loss o take profit da rispettare rigorosamente. Alcuni titoli, inoltre, possono essere particolarmente invitanti per l‘operatività intraday, ovvero acquistare e vendere titoli nell’arco di una singola seduta di Borsa.